Per decine di secoli l’uomo ha sfruttato la natura, piegandola a suo piacimento, traendone vantaggi immediati. Il successivo sviluppo industriale e tecnologico, a partire dal diciannovesimo secolo in poi, ha contribuito a modificare non solo l’ambiente circostante ma anche la nostra visione e il nostro modo di rapportarci a esso, deteriorandolo talvolta in maniera irreversibile.

Il modello di sviluppo della società  attuale ha portato da un lato a uno sfruttamento incontrollato delle risorse naturali e dall’altro ha fatto credere per oltre un secolo che queste risorse fossero inesauribili.

Perchà© questo sfruttamento delle risorse?

Rispondiamo ponendoci in modo provocatorio un’altra domanda: si tratta di un consumo necessario o è dovuto a questo particolare modello economico? Nel rispondere a queste due domande occorre analizzare la produzione di ciò che costituisce la base dei nostri consumi quindi la produzione di cibo e l’utilizzo delle materie prime.

In agricoltura, i metodi e gli strumenti utilizzati rispecchiano un’impostazione di fondo che vede l’uomo in guerra con la natura, in cui il destino di quest’ultima è quello di essere depredata, saccheggiata e sfruttata senza pietà .

Una ragione storica

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale ci fu la necessità  di mantenere il potenziale produttivo dell’industria bellica, convertendo i carri armati, artiglieria pesante in trattori e le armi chimiche in fertilizzanti e pesticidi. In questo modo si è voluto subordinare il settore agricolo, fino a quel momento autosufficiente, a quello dell’industria, per aprire nuovi spazi di investimento.

Questo processo, che piaccia o meno, ha di fatto slegato l’agricoltura da quella che è la sua essenza naturale rendendola totalmente dipendente dall’intervento umano, meccanico e chimico in ogni sua fase e cambiando profondamente la visione della terra. Essa oggi è vista come una risorsa da normare secondo le esigenze dei mercati.

Oggi gran parte della produzione agricola è destinata al sostentamento degli allevamenti intensivi; questa richiesta ha incentivato così l’utilizzo di fertilizzanti sempre più sofisticati, di nuove tecnologie, tra cui la modificazione genetica. Questa tecnologia è stata fortemente finanziata dall’industria poichà© le colture geneticamente modificate permettono un utilizzo molto maggiore di pesticidi e fertilizzanti: tutto ciò contribuisce all’eliminazione della biodiversità  e alla diminuzione della fecondità  della terra.

Vogliamo proseguire il nostro viaggio parlando ora in modo specifico dei fertilizzanti e della confusione che spesso si fa quando si parla di essi, del loro utilizzo e della loro natura.

Fertilizzanti e concimi, vi è differenza?

Secondo il credo più diffuso e popolare, sì. Ai concimi si associa l’idea di elemento nutritivo naturale per piante e terreni, mentre ai fertilizzanti si associa di più l’idea di elemento nutritivo chimico. Per molti addetti ai lavori invece concime e fertilizzante sono sinonimi.

Nella realtà  dei fatti la risposta è positiva, seppur in minima parte: uno può essere considerato il sottoprodotto dell’altro. Quando si tratta di dare il giusto nutrimento alle piante noi forniamo alle stesse un concime, giusto? Ma cosa sono i concimi se non una tipologia di fertilizzante?

La definizione più corretta e condivisa di fertilizzante è la seguente: una qualsiasi sostanza, che per il contenuto di elementi nutritivi o per delle caratteristiche fisiche, chimiche o biologiche, aumenta la fertilità  nel terreno e fornisce il giusto sostentamento alle piante.

Possiamo vedere i fertilizzanti come dei “mezzi tecnici“, utilizzati in attività  di agricoltura e giardinaggio per permettere di creare, conservare, ricostituire o aumentare la fertilità  del terreno.

A seconda del tipo di miglioramento che conferiscono al suolo, i fertilizzanti si possono dividere in tre diverse tipologie:

  1. Concimi: arricchiscono il terreno in uno o più elementi nutritivi utilizzabili dalle piante
  2. Ammendanti: qualsiasi sostanza sintetica o naturale, organica o minerale capace di fornire alle piante gli elementi o l’elemento necessario per l’accrescimento
  3. Correttivi: come indica in modo implicito il nome, sono costituiti da qualsiasi sostanza, capace di modificare e migliorare le caratteristiche chimiche del terreno. Per esempio sono utilizzati per modificare la reazione dei terreni anomali spostando il pH verso la neutralità 

Se vogliamo, si tratta di piccole differenze che possono diventare enormi, in base a ciò di cui necessitiamo. Facendo un parallelismo: accade lo stesso quando dobbiamo scegliere la composizione del concime. Se abbiamo bisogno di far sviluppare la pianta, piuttosto che la sua fioritura, useremo prodotti differenti.

Per i fertilizzanti funziona allo stesso modo. Se abbiamo semplicemente bisogno di correggere la composizione chimica del terreno, per esempio il suo pH, possiamo acquistare un fertilizzante correttivo, mentre se vogliamo dare ad esempio ai nostri fiori un aiuto specifico nella crescita, di una particolare sostanza, possiamo affidarci al lavoro degli ammendanti che provvederanno a modificare la tessitura o la struttura chimica del terreno. I fertilizzanti ci consentono di agire in modo specifico su determinati fattori a prescindere dalla necessità  di dare nutrimento alle nostre piante come facciamo di solito con i concimi.

Il primo fertilizzante della storia

Per curiosità , il primo fertilizzante chimico fu il superfosfato di calcio, brevettato dallo scienziato inglese Sir. John Bennet Lawes (1814-1900) nel 1842. Chimico e agronomo fondò e diresse nel 1843 la stazione agraria di Rothamsted, svolgendo una vastissima attività  sperimentale con ricerche sulla nutrizione e la concimazione delle piante coltivate.

Tipi di Concimi

Le piante devono la loro esistenza e la loro salute alla luce e all’acqua. A ciò si aggiungono gli elementi nutritivi:

  • Macroelementi: azoto (N), fosforo (P), e potassio (K) e calcio
  • Microelementi: ferro, rame, manganese, zinco e zolfo che le piante assimilano dalla terra

Queste sostanze nutritive una volta assimilate dalle piante non si riproducono facilmente e velocemente, per cui si ricorre alla concimazione. L’obiettivo è quello di reintegrare l’originaria fertilità  del terreno. Più la coltivazione sarà  intensiva più dovrà  essere massiccia l’attività  di concimazione.

I concimi si distinguono in concimi organici e concimi chimici o, se vogliamo, in concimi naturali e concimi minerali.

I concimi organici (naturali)

Oltre ai tre elementi principali per la fertilità  del terreno (azoto, fosforo e potassio) contengono il carbonio e non possono che essere di origine animale o vegetale. In larga misura, i concimi organici traggono origine da liquami, letame e resti di animali.

I principali e conosciuti concimi organici sono:

Lo stallatico

Ossia il letame equino e bovino (lettiera impregnata dalle deiezioni degli stessi) opportunamente lavorato. Ottimo concime naturale per le sue proprietà  nutritive delle colture e delle piante da giardino. La complessiva lavorazione, che può durare anche oltre un semestre, comprende:

– prima fase, durante la quale il letame viene miscelato e quindi lasciato maturare per alcuni mesi

– seconda fase, ovvero periodo per la necessaria essicazione

– terza fase, nonchà©Â Â di granulazione e confezionamento

Lo stallatico, commercializzato in sacchi, reperibili presso vivai e consorzi agrari, può essere usato da solo o con l’aggiunta di altri compost.

La pollina

Altro importante concime organico, ricavato dagli escrementi di polli adeguatamente lavorati. Anche la produzione della pollina richiede un periodo di lavorazione di circa un semestre. In pratica, gli escrementi dei polli disposti in cumuli vengono lasciati maturare, ossia fermentare per alcuni mesi, dopodich੠vengono lasciati essiccare e quindi ridotto in granuli.

Il pellicino

Un concime ricco di azoto indicato per piante verdi e prati.

La leonardite

Una sostanza di origine fossile utilizzabile anche per le colture biologiche, dal momento che non contiene sostanze chimiche.

Il sangue di bue

Sia in polvere sia in forma liquida.

Farmer is pouring chemical fertilizer

La cornunghia

Fertilizzante di origine animale, cosiddetto perchà© ottenuto dalla lavorazione di corna e unghie di bovini. Quest’ultimo possiede un alto contenuto di azoto che lo rende particolarmente indicato per la concimazione di orti, giardini, manti erbosi, prati e piante sempreverdi.

E’ importante sapere e tenere presente che per tutti i concimi organici la legge fissa limiti ben precisi circa la presenza di alcuni metalli pesanti quali, rame, zinco, cromo e piombo.

I concimi chimici (minerali)

I concimi chimici o minerali sono fertilizzanti prodotti industrialmente in maniera bilanciata, nel senso che i macro e i microelementi entrano a far parte della composizione del prodotto finale nelle giuste proporzioni, in linea con le esigenze del terreno e del tipo di coltura cui è destinato.

Tipologie di concimi chimici:

  • ricchi di fosfati, indicati per piante da fiori
  • ricchi di azoto, che agiscono sullo sviluppo dei fusti e della massa fogliare, indicati per piante sempreverdi, prati e manti erbosi, concimi ricchi di fosforo, che stimolano la crescita delle radici, indicati nei primi anni di vita delle piante
  • ricchi di potassio, che stimolano la fioritura, la fruttificazione e la lignificazione dei fusti, indicati per potenziarne lo scheletro

Il concime chimico può essere semplice o composto, a seconda della presenza di uno o più elementi fertilizzanti. Per esso assume rilevanza il titolo, ossia la quantità  in percentuale dei macro e micro elementi che contiene.

Le percentuali dei vari elementi sono indicati con una sequenza di numeri riportati sulla confezione. Un solo numero sta ad indicare la percentuale di azoto; l’eventuale secondo numero indica la percentuale di fosforo e così via.

Tra i concimi di sintesi di ultima generazione ricordiamo i cosiddetti concimi complessi, in cui gli elementi presenti risultano chimicamente uniti tra loro, ossia danno vita ad un unico prodotto e non ad una miscela di macro e microelementi.

Per condurre un’analisi sui fertilizzanti bisogna eseguire diversi esperimenti: determinazione dell’azoto, determinazione dell’azoto organico, determinazione dell’azoto nitrico.

Ritornando a quanto scritto all’inizio, dove abbiamo fatto cenno allo sfruttamento delle risorse naturali, vi anticipiamo che vi sarà  un seguito. Più avanti parleremo del boom dei fertilizzanti e dei rischi legati al loro eccessivo utilizzo sia per l’uomo che per l’ambiente.

Ecodyger trasforma i rifiuti organici in compost, che è per l’appunto un ammendante compostato misto.